venerdì 3 giugno 2011

Barcellona cenni storici


Fondata, pare, dal generale cartaginese Amilcare Barca (su una precedente città celtibera chiamata Laye), divenne presto romana (Colonia Faventia Julia Augusta Patricia Barcino); nel 415 Ataulfo ne fece la capitale della Gothia Hispana. Conquistata da 'Abd al-'Azīz ibn Mūsā nel sec. VIII, durante il breve dominio saraceno fu chiamata Barciliona, Barciluna e Barsneluna. Nell'801 Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, la tolse agli Arabi, facendone la capitale di una contea franca ereditaria, che fin dall'inizio godette di ampia autonomia e che nel 987 si dichiarò indipendente assumendo nei sec. XI e XII particolare importanza soprattutto come potenza marittima e per il commercio mediterraneo. Raimondo Berengario "il Vecchio", che iniziò l'espansione della contea anche a N dei Pirenei, promulgò nel 1058 la famosa Lex Usuaria, detta in catalano codice degli Usatges (Usr), codificazione di usi e costumi romani, visigoti e feudali, di grande importanza giuridica e storica. La città, entrata a far parte del Regno di Aragona nel 1137, in seguito al matrimonio tra Raimondo Berengario IV e Petronilla d'Aragona, rimase il primo porto del regno, anche dopo l'estinzione della dinastia catalano-aragonese e il Compromesso di Caspe (1412) che intronizzò una dinastia castigliana. Ma la scoperta dell'America, l'unificazione della Spagna, la politica sempre più accentratrice di Filippo II e dei suoi successori e il peso crescente di Madrid, la nuova capitale, causarono il malcontento dei Catalani e dei Barcellonesi in specie; nel 1640 la città si rivoltò, massacrando il viceré Santa Coloma e altri rappresentanti del governo centrale ("Corpus Domini di sangue"); poco dopo (dicembre 1640-gennaio 1641) i Catalani si unirono alla Francia proclamando Luigi XIII conte di Barcellona. Ne seguì una guerra in seguito alla quale la città fu ripresa dalle truppe spagnole, dopo lungo assedio, il 13 ottobre 1652. Lo stesso spirito separatista indusse Barcellona a schierarsi, durante la guerra di Successione (1702-11), con l'arciduca Carlo d'Austria; di nuovo resistette, anche dopo la fine della guerra, alle truppe spagnole e cedette solo dopo un altro durissimo assedio (1713-14). Dopo la vittoria i Borbone le tolsero i pochi privilegi che ancora aveva (fra cui l'uso del catalano negli atti pubblici); ciò spiega il rinfocolarsi di tendenze separatiste nel sec. XVIII e soprattutto nel XIX, quando vennero ad accentuarle prima il Romanticismo, con la sua scoperta delle letterature nazionali - e del Romanticismo in Spagna Barcellona fu uno dei primi centri con aperte tendenze "europeistiche" - e quindi lo straordinario sviluppo industriale della città che nel giro di qualche decennio diventò la più importante di Spagna per il numero di abitanti (190.000 nel 1860, oltre mezzo milione nel 1900, oltre 1 milione nel 1935, superando la stessa Madrid), il numero e le dimensioni delle industrie (tessili, metalmeccaniche, chimiche, navali) e l'incremento dell'attività commerciale. Correlato inevitabile di questa situazione furono lo sviluppo dei movimenti anarchico e socialista, i pronunciamientos e i conflitti sociali, culminati nel primo sciopero generale organizzato d'Europa (1902) e nella "settimana tragica" del 1909, quando agitazioni anticlericali furono represse con durezza dall'esercito. Il catalanismo moderato della ricca borghesia conseguì nel 1913 il riconoscimento della Mancomunidad catalana, cioè di un primo abbozzo di autonomia regionale, soppressa più tardi dalla dittatura di Primo de Rivera. Nel 1931 il governo repubblicano riconobbe alla Catalogna uno statuto regionale autonomo, con governo proprio (Generalidad), ma dopo la caduta di Barcellona (26 gennaio 1939) e la fine della guerra civile ogni autonomia fu soppressa dai franchisti. La città fu sede di due trattati. 


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